In tutto il mondo la corruzione è pratica comune e, secondo gli studi della Banca Mondiale, ha raggiunto la cifra di 2,3 trilioni di dollari, pari a duemila miliardi di euro. L’Ocse calcola che in media più del 10 per cento di ogni opera pubblica, e fino al 40 per cento dei proventi dell’infrastruttura stessa, se ne vadano in mazzette.
Nel nostro Paese non siamo da meno: siamo al 69 posto nella classifica di Trasparency International che compila l’indice di Percezione della Corruzione (CPI) e misura la percezione della corruzione nel settore pubblico e nella politica. Siamo dietro il Ruanda, il Ghana, la Turchia, la Georgia, la Croazia. E sono 734 i casi i corruzione riportati dai media nazionali nel 2017.
Per cercare di risolvere la situazione arriva uno studio realizzato dalla Higher School of Economics (HSE), Russia, e dalla Università di Valladolid, Spagna. I ricercatori hanno dimostrato che è possibile predire in anticipo chi potrà essere coinvolto in scandali.
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Non si tratta di uno studio del genere Minority report, il libro scritto da Phlip Dick (da cui è stato tratto il film di Spielberg), nel quale la polizia impediva i crimini arrestando gli autori prima che commettessero l’atto, ma di una analisi scientifica che prende in considerazione i fattori che rendono più facile o più necessario corrompere.
Gli studiosi hanno creato un modello basato sui network neurali basato sulle province spagnole, dimostrando in quali casi sono più probabili i casi di corruzione.
“Riteniamo che la corruzione debba essere identificata prima possibile”, hanno sostenuto, “in modo che possano essere messe in atto misure di contenimento”. Lo strumento che hanno messo a disposizione, può dare un allarme, ed è basato su una mappa che si auto organizza e si evolve per migliorare il sistema di previsione. Utilizza un data base e si basa su fattori macro economici e politici ed è stato costruito a partire dai casi verificatisi in Spagna tra il 2000 e il 2012, come il Mercasevilla, il mercato generale della frutta e della verdura a Siviglia, che utilizzò falsi certificati di pensione per ottenere finanziamenti. E il Baltar, presidente dell’ente provinciale di Orense, in Galizia, per l’assunzione irregolare di oltre 100 persone.
A differenza di Minority report, i dati non indagano sulle personalità dei potenziali corrotti, ma sulle situazioni che possono spingere verso quella soluzione per risolvere problemi di attribuzione dei poteri politici ed economici. I dati, in particolare, identificano come elementi importanti la tassa sui beni immobili (Impuesto de Bienes Inmuebles), le dinamiche troppo spinte dei prezzi delle case, l’apertura di nuove filiali di banche e di nuove compagnie.
Sono state utilizzate delle Som, mappe auto organizzate. Proprio come il cervello organizza delle mappe sensoriali degli stimoli che riceve, le mappe Som riorganizzano le informazioni provenienti di nodi modificando i pesi in relazione al nodo che ha maggiore attività. Le Som hanno la capacità di estrarre modelli da un enorme quantità di informazioni, anche quando non è già presente una logica, convertendo le relazioni non lineari in connessioni geometriche più facilmente identificabili.
In un altro studio dell’Università di Maribor, in Slovenia e del Complexity Science Hub di Vienna, Austria i ricercatori hanno ricostruito il network di 27 anni di corruzione politica in Brasile.
Il modello si basava su 400 nodi, rappresentati da individui e sulle loro connessioni. Tra i risultati principali, avevano notato che gli scandali sono più frequenti in situazioni di interesse personale all’interno di piccoli gruppi in piccole cerchie molto gerarchiche. E in genere non è facile identificare i responsabili se gli scandali sono multipli. C’è infine un andamento ciclico che corrisponde con i periodi elettorali e i partner sono facilmente prevedibili se si identifica il network.
Un elemento interessante emerso dallo studio russo-spagnolo, è che è stato dimostrato che la corruzione è più alta se lo stesso partito rimane in carica al potere per molti anni. Il sistema però ha permesso di scoprire una buona notizia: per i prossimi anni, almeno per quanto riguarda la Spagna, la corruzione dovrebbe essere meno probabile, sia perché è aumentata la consapevolezza sociale, sia perché l’attuale stato dell’economia non permette di approfittare della situazione.